Il Ballo - La Storia del Valzer

Se il valzer non fosse stato un ballo cosi’ famoso ed importante quale invece e’ diventato, forse non si sarebbe verificato tanto accanimento a rivendicarne la matrice nazionale da parte di studiosi francesi e tedeschi.


Sulle origini del valzer sono state scritte montagne di libri e sono state tentate non poche manipolazioni di dati e documenti. Dato il prestigio del ballo in questione, molti storici europei hanno anteposto l'interesse nazionalistico a quello della ricerca della pura verita’, gia’ di per se’ complicata per via della incertezza e della pluralita’ dei riferimenti. Anzi, proprio il contesto obiettivamente poco chiaro ha favorito la proliferazione di 'studi' tendenziosi e vari tentativi di depistaggio letterario. Il problema centrale e’ stabilire da quali balli il valzer derivi.
La Volta e’ il piu’ significativo fra i balli di ritmo ternario che sicuramente risalgono ad epoche precedenti rispetto alla nascita del valzer e che del valzer anticipano le caratteristiche fondamentali.
Volter vuol dire girare. La Volta e’ una danza antica: consisteva in una serie di giri a destra e a sinistra. Ai giri si alternavano i salti dei cavalieri e delle dame con una tecnica particolare articolata in due fasi: i cavalieri, prima eseguivano dei salti molto accentuati e dopo sollevavano la dama per consentire alla stessa una specie di volo.

Gli studiosi francesi che sostengono la derivazione del Valzer dalla Volta fanno sostanzialmente il seguente ragionamento: Fino all'anno 1100, tutte le danze di coppia erano eseguite dai ballerini in posizione affiancata. La VOLTA introduce la posizione di coppia chiusa: cavaliere e dama, uno di fronte all'altra. Poiche’ coppia chiusa + giravolte sono gli elementi fondamentali del WALZER, e’ normale mettere in relazione tale ballo con la Volta.

Gli studiosi tedeschi affermano invece che il Valzer possa derivare:
dalla Deutscher tanz (Allemanda ternaria popolaresca) sviluppatasi nella Germania meridionale;
dal Dreher (Baviera);
dal Landler (Austria).

E' stata, comunque, sempre abbastanza diffusa la tentazione di associare il valzer alla volta, date le somiglianze fra i due balli. Proprio per questo motivo la polemica e il contenzioso si sono spostati, nel passato, sulle origini della volta stessa, e precisamente se tali origini siano italiane, provenzali, tedesche o austriache. Dopo decenni di contrapposizioni, la tendenza attuale e’ quella di considerare la volta un ballo provenzale. Oggi questa tesi e’ accolta quasi unanimemente.


In tedesco walzen vuol dire rigirarsi (in inglese il termine corrispondente e’ waltz); e quindi si puo’ presumere che il termine walzer stesse ad indicare una serie di giravolte eseguite in perfetta armonia con le basi musicali. Molti studiosi sostengono che per centinaia di anni, in tanti balli popolari le coppie hanno eseguito movimenti di costante rotazione, mantenendo una posizione ravvicinata. In realta’, in ogni danza con battute di tre battiti, i giri vengono fuori quasi naturalmente, al di la’ delle codificazioni. Fra le popolazioni dell'Europa centro-meridionale i balli con ritmo ternario sono esistiti fin dall'inizio del secondo millennio.

Nel 1767 J.M. de Chavanne, parlando a nome dei maestri di danza, condannava il valzer in quanto non rientrante nella tipologia della buona danza.
Nel 1785 il Walzer fu vietato in Boemia (con specifico provvedimento della corona) per motivi morali ed igienici.

Curt Sachs riporta la descrizione di una scena di valzer: la coppia balla "cosi’ strettamente allacciata" volteggiando "in un atteggiamento sconvenientissimo". A proposito dei danzatori che tengono sollevati i lembi dei vestiti delle dame, nota che "la mano (del maschio) che tiene il vestito poggia ben ferma sul petto della donna premendo con lascivia ad ogni piccolo movimento". Il giudizio sulle donne non e’ da meno: "Le ragazze poi avevano uno sguardo folle o sembravano prossime al deliquio"
Proprio questi divieti ufficiali stanno a dimostrare il successo che il ballo aveva conseguito nelle varie regioni europee: esso era entrato a far parte delle abitudini del popolo. Alla gente piaceva sempre di piu’.

Il boom del Valzer si ebbe con la Rivoluzione francese che scoppio’ alla fine del XVIII secolo e le cui ripercussioni varcarono i confini della Francia per investire quasi l'intera Europa. La Rivoluzione francese affermo’ i principi della liberta’ e dell'eguaglianza: il ballo, che era stato vietato per tanto tempo, rappresento’ una delle prime manifestazioni della nuova filosofia di vita.
Non a caso, le rivolte contadine trasformarono in sale da ballo molte chiese e molti monasteri. In tutte le feste, spontanee o organizzate, del popolo inneggiante agli ideali rivoluzionari, il ballo principale era il Valzer. Questo ballo fu amato anche dalla borghesia e dall'esercito. Si scrive che "le truppe napoleoniche lo fecero conoscere a tutta l'Europa, travolgendo le resistenze dei moralisti". Essi ricordano inoltre che il valzer sopravvisse anche al crollo dell'impero di Napoleone. "La restaurazione dei vecchi regimi non significo’ il ritorno delle danze nobili". Re e regine ne furono innamorati.

Sul piano strutturale la musica del Valzer ebbe una svolta importante grazie a Hummel che costrui’ una forma piu’ complessa di componimento formato da tre elementi fissi: Introduzione, Walzer vero e proprio, Coda.
Il Valzer di Hummel era meglio articolato, con i periodi (di 48 battiti) ben collegati fra di loro.
Forse senza volerlo, Hummel diede inizio alla fase della maturita’ del Valzer che divento’ espressione artistica di alto livello. A partire dalle sue opere si attivarono in parallelo due percorsi musicali separati: il valzer ballabile ed il valzer come pura composizione.

Nell'ambito del ballabile coesistevano il Lento e l'Allegro. La composizione dell'orchestra era predeterminata dalla scelta del genere musicale. Per i brani ballabili era sufficiente un'orchestra 'leggera', quella che oggi chiamiamo orchestrina. Il filone del valzer ballabile si sviluppo’ in modo particolare a Vienna dove ebbe interpreti illustri come i Lanner e gli Strauss. Furono scritte opere di grande respiro; e quando lo stesso Strauss-padre con la propria orchestra ando’ a suonare a Parigi e a Londra, fu tale l'entusiasmo suscitato dalla sua musica che automaticamente scoppio’ anche in queste citta’ la febbre per il nuovo ballo.

Il periodo di massimo splendore del Valzer come ballo si ebbe con Strauss-figlio. Questi, da grande e raffinato artista qual’era, si propose di adattare la musica del Valzer ai valori mondani del suo tempo. Con tale intento si allontano’ sempre di piu’ dalla dimensione classica di Beethoven o romantica di Weber e Schubert per creare una sintesi perfetta tra momento musicale e momento coreico. Fin dal 1800 Vienna tributo’ grande successo a questo genere musicale che in realta’ rappresentava la fedele interpretazione della sua mondanita’. Le varie trasformazioni ed elaborazioni tecniche che hanno fatto del Valzer il ballo che oggi conosciamo sono nate nella capitale asburgica.
In tutta la seconda meta’ del XIX secolo il connubio danza-musica trovo’ nel Valzer lo strumento interpretativo artisticamente piu’ elevato. E il Walzer tenne banco non solo nell'Europa continentale, ma anche in Inghilterra ed in America.

Con l'avvento dell'Operetta, il Valzer del filone 'ballabile' conobbe un ulteriore impiego, incanalandosi nei circuiti del divertimento e puntando soprattutto su valori melodici piu’ che artistici. Contemporaneamente, l'altro filone spiccava il volo verso valori ideali fino a sfociare nella lirica pura, attraverso la musica dotta di Berlioz (Damnation de Faust), Liszt (Mephisto), Gounod (Faust), Cajkovskij (La Bella Addormentata nel bosco), a cui si devono aggiungere brani indimenticabili di Chopin, Brahms, Schmitt, Ravel, Stravinskij. Ma questa e’ un'altra storia.

Da quanto detto si capisce perche’ il Valzer si chiama Viennese. Si deve comunque riconoscere alla Francia il merito di aver dato un contributo fondamentale alla affermazione di tale ballo e di averlo amato fino in fondo. E' sintomatica la vicenda relativa al capolavoro di Johann Strauss An der schonen blauen Donau (Il bel Danubio blu), il piu’ affascinante e il piu’ famoso dei 170 valzer da lui scritti. Quando nel 1867 usci’ tale opera, nel mondo viennese del ballo l'accoglienza fu tiepida, in quanto si trattava di un valzer da concerto, difficile da ballare come tutte le solenni melodie caratterizzate da pause numerose e lunghe introduzioni. Nello stesso anno, alla Esposizione Universale di Parigi, questo pezzo riscosse un successo inimmaginabile: fu presentato, accolto e promosso come il valzer piu’ bello di tutti i tempi. Da quel momento divento’ il simbolo stesso del Valzer.

A Boston nel 1872 "fu eseguito con un'orchestra di 1.087 strumenti, un coro di 20.000 voci, 200 direttori d'orchestra e un pubblico di 100.000 persone".

Attraverso i decenni, il Valzer Viennese ha mantenuto le sue caratteristiche fondamentali ed e’ riuscito a sopravvivere non solo a due guerre mondiali, ma alle grandi rivoluzioni che nel corso del XX secolo si sono verificate nel mondo delle danze. Il maestro Alex Moore lo definiva ai suoi tempi "uno dei balli piu’ attraenti", presente in tutte le gare anche quando queste non erano regolamentate in maniera uniforme. La "musica ispirata" rendeva questo ballo "gradevole da ammirare".

Nel corso degli anni, a fronte del successo sempre crescente del Valzer, diversi furono, nei vari paesi, i tentativi di contaminazione o di imitazione di tale ballo:

  • Valzer scozzese (GERMANIA): un misto di valzer a due passi e giri tipici del viennese.
  • Boston (USA): valzer moderato, caratterizzato da giri e da passi avanti e dietro.
  • Valzer musette (PARIGI): valzer a contenuto sociale. Con accompagnamento di fisarmonica, si cantavano la tragedie umane delle metropoli di inizio secolo (1900).
  • Waltzer a due tempi (Russia): consta di due passi. Il primo e’ strisciato e si esegue sui primi due battiti (lento); l'altro e’ scacciato e si balla sul terzo battito.
  • Waltzer saltato: si esegue saltando alternativamente su ciascuno dei piedi. Il cavaliere parte col sinistro.
  • Waltzer Louis XV: si tratta di un mix tra valzer e minuetto.

Oggi il Valzer Viennese e’ una delle cinque Danze Standard ed in Italia e’ presente anche nel Liscio Unificato come danza tradizionale del nostro paese, assieme a Polka e Mazurka.

In forma brillante lo si ritrova nel liscio romagnolo e piemontese e in tante interpretazioni, suonato piu’ velocemente rispetto alle previste 58-60 battute al minuto